Le reazioni avverse al cibo sono delle risposte anomale dell’organismo all’ingestione di un alimento.
I sintomi sono prevalentemente cutanei, con prurito diffuso o localizzato di tipo non stagionale, soprattutto nel muso e nelle zampe. Si possono manifestare anche sintomi gastrointestinali quali vomito e diarrea. E’ possibile, inoltre, lo sviluppo di otiti croniche e ricorrenti.
Le proteine sono le maggiori responsabili dell’allergia e per poter arrivare ad una diagnosi di certezza è necessario attuare una dieta privativa (o dieta ad eliminazione) che consiste nell’alimentare il nostro animale in modo rigoroso, con una sola fonte di proteine ed una sola fonte di carboidrati mai utilizzati prima per un periodo di tempo di minimo un mese.
Il principio su cui si basa tale dieta è che l’animale non dovrebbe avere reazioni avverse nei confronti di un cibo mai somministrato prima. Affinchè il test sia considerato valido, non vi devono essere trasgressioni a tale dieta privativa e perciò devono essere accuratamente evitati biscotti, snack, ossa di pelle di bufalo e simili.
La scelta della fonte proteica e glucidica deve essere fatta in accordo con il proprietario, scegliendo dunque dei cibi mai mangiati prima. Ad esempio in caso di dieta casalinga è possibile utilizzare come fonte proteica la carne di maiale, anatra, cavallo, coniglio e struzzo e come fonte di carboidrati i piselli, patate o i fagiolini. In alternativa è possibile utilizzare una dieta commerciale ipoallergenica, sicuramente più pratica e ben bilanciata.
Solitamente i benefici di tale dieta sono presenti già dopo le prime settimane, ma se non vi sono miglioramenti della sintomatologia pruriginosa dopo almeno 2 mesi si può escludere l’ipotesi di una reazione avversa al cibo.
Se invece si ha una totale risoluzione del prurito, è possibile indagare sul cibo allergizzante, reintroducendo ogni singolo alimento precedentemente utilizzato per valutare quale sia il responsabile della ricomparsa dei sintomi clinici.